Settimana lavorativa #11

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09/09/04 E' sempre difficile bilanciare chiarezza espositiva, rigore tecnico e divulgazione tutte insieme. Inoltre per me, che vivo da anni all'interno di un processo complesso e raffinato di produzione di idee e soluzioni, non è per nulla semplice veicolare tutte le chiavi di lettura necessarie per farmi capire da chiunque legge queste pagine.

Di mail con domande ne ricevo qualcuna, ma mi è venuto in mente un episodio ancora più indicativo: nella riunione della settimana scorsa il mio (futuro ex-) direttore della Ricerca & Sviluppo mi ha chiesto ragione dei miei FEKAT, citati nelle settimane #1 e #5.

Senza perifrasi, la domanda era "ma perché ha così tanti problemi"?. La mia risposta, lì per lì, è stata "dove c'è software, ci sono problemi".

Nei miei diversi anni di esperienza, una delle parti più difficili è rendere trasparente la natura e le cause dei problemi. Voi capite bene che se il vostro mestiere è risolverli, per conquistare merito quantomeno dovete dimostrare di non crearli. Quando poi i sistemi sono complessi, il monitoraggio dei problemi è accurato e, visto dall'esterno, feroce. A cadenza regolare vengono stilati elenchi, classifiche, misurati i tempi di soluzione e, come dico io abitualmente, "fatte le pulci" ad alcuni di questi. La mia (s)fortuna è che il mio SS è "di frontiera", vale a dire, prende sotto di sè non solo gli inevitabili problemi della fallacità umana dei suoi componenti, ma anche quella degli altri cui si interfaccia. E le mie interfaccie non sono solo i gruppi (tanti) funzionali miei omologhi, ma pure i tecnici installatori, gli "ometti in tuta blu" che installano e configurano il sistema in giro per il mondo. A queste aggiungete pure la variabilità di condizioni operative delle differenti tipologie di rete dei vari paesi. Insomma, di fonti di problemi ce ne sono diverse, e non tutte dipendenti dalla mia (in)capacità.

Alla fine però, sulle statistiche, i problemi li ho io, mica gli altri...

Cambierà questo lato spiacevole nel mio nuovo lavoro?

08/09/04 Come è logico aspettarsi, più d'uno mi ferma e mi chiede: "allora, adesso che è finita, sei contento oppure no?".

La mia risposta, che quasi invariabilmente stupisce, è che la storia non è affatto finita ma comincia ora. La nostra dismissione era certa, le modalità, a parte lievi varianti introdotte con vari strumenti di pressione e dissuasione, erano più o meno note. La fine del processo per me è l'inizio effettivo della nuova attività, non la fine della precedente. Fine peraltro ancora relativamente lontana, dato che debbo addestrare il mio temporaneo collega a fare quello che facevo io (non lo invidio, se è la persona che penso non ha lo skill sufficiente per sopravvivere). Ci vorranno mesi per insegnarli a fare il mio lavoro.

So cosa sto perdendo, ancora non cosa sto acquistando. E quindi non posso dare un giudizio.

Nel mio vicino futuro vedo invece conflitti di interesse. Nel senso che, dal primo Ottobre, sono venduto a Siemens Informatica. Tuttavia il mio attuale datore di lavoro pagherà SI per farmi lavorare a tempo teoricamente pieno per dare continuità e supporto al sistema di manutenzione e controllo di reti radiomobili. Dico teoricamente perché mi è palese che i nostri futuri datori di lavoro faranno senza dubbio di tutto per mobilitare prima possibile le nuove risorse. Non lo considero in sè un fattore negativo. Tuttavia ho il ragionevole dubbio che in futuro ci potranno essere frizioni in merito alla allocazione delle risorse fra le due entità, in questa dismissione per ora cartacea e solo formalmente esecutiva.

Cosa farò quando le mie due maniche verranno tirate nelle opposte direzioni e la mia anima non conoscerà ancora da che parte stare?

06/09/04 Come era arcigna la riunione con i nostri (futuri) ex-direttori, tanto la riunione di oggi con i nostri (futuri) direttori è rilassata e gradevole. Gioco delle parti a parte, mi si scusi la volontaria alliterazione, c'è sicuramente anche un diverso spessore culturale. Per culturale non intendo la insondabile cultura generale, ma una differente cultura aziendale. Come già ho anticipato, pur essendo sempre Siemens, le due divisioni in gioco non potrebbero essere più divise: clientela differente=approccio differente.

La prima, SMC, dipende da pochi, grandissimi clienti con poche, grandissime commesse. La seconda dipende dai due grossi azionisti e da molti, molti clienti. E' logico quindi che venga seguita molto più alla lettera la massima "il clente ha sempre ragione" rispetto alla nostra (futura) ex-ditta. Ed è anche perfettamente logico, che al di là della ovvia volontà di appararire ai nostri occhi il meglio possibile, sappiano anche efficacemente apparire al meglio possibile.

Anche noi dovremo cambiare molto mentalità. Questo è un particolare che il legislatore ha volutamente ignorato, dato che per Lui "si continua lo stesso lavoro da un'altra parte". Invece è questo uno dei problemi capitali del processo, ed uno dei più umanamente problematici. Occorre trovare nelle maglie del processo una nuova collocazione che, soddisfando le esigenze della ditta acquirente, soddisfi anche quelle di chi questo processo lo subisce.

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