Settimana lavorativa #42

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28/04/05
birra & fekat

Oggi una nota più gaia: per aver risolto un problema spinoso, mi hanno premiato "in natura": una bottiglia di birra, qui ritratta per ricordo con la stampa del FEKAT in questione.

Gli incentivi e la riconoscienza fanno sempre piacere, specie in tempi di vacche magre come questi, e ringrazio pubblicamente il gruppo di test che me ne ha fatto gentilmente omaggio.

Normamente la logica è tutto è dovuto, niente è regalato. Come ho detto ieri l'altro, non è vero in assoluto e questo premio lo dimostra.

Datevi da fare anche voi, responsabili a riconoscere lo sforzo dove non è dovuto ed esecutori a crearvi le giuste opportunità. Sempre che troviate qualcuno ad ascoltarvi dall'altra parte...

26/04/05 Oggi riunione tra di noi esternalizzati sullo "stato dell'arte" del nostro passaggio. In questo riunione, il dirigente che con noi ha condiviso l'iter della dismissione ha annunciato la risoluzione del suo contratto da parte dell'azienda.

Sapevo da tempo quale sarebbe stato il suo destino, ero preparato e lo sapeva anche lui. Eppure non ero pronto, e non lo era neppure lui. E' stato come quando sei vittima di un incidente, in un attimo tutta la tua vita passa davanti agli occhi. Lui in trenta secondi ha fatto passare di fronte ai miei trenta anni di servizio.

Non più utile per chi vendeva, ed inutile per chi comprava. Ma al di là di queste nude parole, se la fedeltà non significa più niente, se noi siamo puri mercenari che dritti tirano lo sguardo senza riguardo dei colpi che arrivano, anche così qualcosa non torna.

Guardiamo le cose con sincerità: in una realtà aziendale qualsiasi, quante cose funzionano per la buona volontà dei singoli e quante funzionano perché le procedure, le regole, i paletti ed i controlli le fanno funzionare? Se tirate mazzate di questo tipo, datori di lavoro, pensate che le cose funzioneranno meglio?

Non è una minaccia. E' una constatazione. Ed io mi vergogno.

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