12/06/04 |
Oggi è sabato, niente ufficio ma tempo di riflessioni.
Mestesso.it ha avuto un successo insperato, bene al di là di quanto mi
ero prefissato come target. Ho visto le statistiche di utilizzo del
server che ospita www.mestesso.it, ed in questi due giorni ci sono
stati 321 indirizzi IP unici che hanno letto pagine dal sito. Considerato che la classica home page amatoriale viene vista dagli amici e qualche amico dell'amico, facciamo una trentina di persone e di relativi indirizzi IP, siamo un'ordine di grandezza superiore. Scendendo più di dettaglio, è possibile discriminare il traffico generato da Siemens stessa da quello esterno, e qui siamo circa ad un 40% da parte Siemens ed un 60% esterno, anche se questi dati sono falsati dalla presenza del proxy che mette in cache le pagine e quindi "maschera" parecchi accessi generati all'interno della ditta. Ho anche il piacere di annunciare che alcuni colleghi di Siemens Germania leggono mestesso.it, manifestazione di attenzione a queste tematiche anche oltre frontiera. Molto traffico esterno viene generato dalle università, segno questo che abbiamo dei futuri laureandi o ricercatori che sono molto interessati alle nostre sorti. Tutto questo non è finalizzato alla autocelebrazione, ma a chiarire quale è il pubblico a cui noi, inteso come mestesso + i colleghi esternalizzati e Siemens SMC, ci dovremo in qualche modo rivolgere e dare qualche risposta. Che la massa critica sia stata raggiunta e superata è anche riconosciuto dalla Direzione Aziendale stessa, visto che ha risposto in maniera ufficiale ad un mio intervento (leggete la gustosa risposta di Riotta), in un terreno a lei non congeniale come il Forum Titanic del Corriere.it. Per me è importante sottolineare che esistono due piani paralleli: uno interno a Siemens, con i problemi più pratici, l'altro segue le sorti del mai sottolineato abbastanza problema della ricerca in Italia. Uno rinforza l'altro: guardate quanti messaggi a questo riguardo ha generato il mio intervento (ho scelto 1,2,3, ma ve ne sono molti altri). Questa possibilità di "copertura mediatica" ci permette di avere una visibilità maggiore e quindi un maggior potere contrattuale! Quanti prima sapevano del nostro problema e quanti lo sanno ora? Rileggetevi il primo paragrafo adesso. Anche solo il livello di consapevolezza interno è notevolmente aumentato, e non è poco: ora la Direzione Aziendale sa che deve gestire la fase di transizione in modo diverso rispetto allo scorso anno. Dico questo perché ci sono colleghi che non sono sestessi, rassegnati e fatalisti ("non ci possiamo fare niente", "la direzione è forte", "impossibile fare qualcosa"). Probabilmente quelli che lo dicono non leggono mestesso.it: fatelo presente a vostri colleghi scettici. |
11/06/04 |
Io, come qualsiasi altro dipendente, sono stato
educato al raggiungimento degli obbiettivi aziendali. La teoria di fondo
è che, se ognuno fa bene il suo mestiere, tutti ci si guadagna qualcosa. Tutta questa vicenda purtroppo, non conferma la teoria: come già detto in precedenza, noi abbiamo fatto bene il nostro lavoro, ma ora ne veniamo esclusi. Dalla riunione di ieri in AssoLombarda infatti i tagli sono stati ufficializzati. Non voglio riassumere qui i contenuti della riunione, durata più di tre ore. Voglio focalizzare l'attenzione su un punto per me fondamentale: il centro di mantenzione e controllo non è più un core business per la Direzione Aziendale, quindi lo si taglia. Se per una ditta di telecomunicazioni il centro di manutenzione e controllo sia o meno fondamentale, io lo lascio giudicare a chi legga la definizione nel glossario. Ma il punto vero è un'altro, in definitiva l'obbiettivo di una azienda è creare valore per i suoi azionisti, e se tale valore non viene creato, allora sarebbe condivisibile operare dolorosi tagli. Ma Siemens Mobile Communication è in attivo, sia pure debole. E' proprio per questo che SMC alla riunione ha semplicemente giustificato il taglio solo con questa frase "non è più un core business". Perché altro non poteva dire. Il vero problema è la massimizzazione del profitto: la regola aurea dice che l'azienda deve creare valore, ma non dice quanto, e non introduce un concetto di "sufficiente" od "accettabile". Sia ben chiaro: io non sono uno di quelli che vuole mantenere in piedi carrozzoni in perdita a scopo assistenziale. Se attraverso i parametri finanziari di qualche foglio Excel certe colonne non hanno i numeri giusti, si risolve il tutto cancellando la colonna. Anche io quando vedo del codice che non serve più lo cancello, ma qui dietro quelle colonne di Excel ci sono delle persone, non delle macchine, con le loro necessità e problemi. Ma le leggi del mercato così come vengono interpretate, non tengono in conto le persone, ma i guadagni, la crescita e le modalità per ottenerla. Questa considerazione è pure confermata da un piccolo episodio. Oggi il
nostro Amministratore Delegato ha mandato una mail di rendiconto semestrale.
Tradizione lodevole, visto che aumenta la trasparenza della politiche
aziendali nei confronti dei dipendenti. Purtroppo però al suo interno
conteneva una frase con toni eccessivamente trionfalistici sul fatto
che Siemens ora fornisce apparati UMTS in Italia anche a Wind, strappando
a Nokia un importante commessa, riportando le cifre dell'operazione. Come ho detto nel mio intervento alla assemblea dei lavoratori di oggi, da ora inizia una partita a scacchi con la Direzione: ogni mossa, va meditata e studiata, perché la controparte, che ha tutte le carte per operare le sue decisioni, scoprirà solo quelle che la legge o l'opportunità impone. Sta a noi individuare lo spazio di manovra, vedere il punto debole, e conseguire dalla trattativa il massimo possibile. Sarà un lavoro difficile, perché la controparte è professionalmente preparata a contrattazioni del genere, mentre noi no. Si è pure deciso di fare uno sciopero simbolico, facendo corteo al piano direzionale (non mi è piaciuto che alcuni abbiano creato un sacco di rumore per le scale colpendo la struttura dell'ascensore) e bloccando l'incrocio davanti alla ditta per dieci minuti, tra autisti ATM stupiti ed automobilisti più o meno rassegnati. E' la prima volta che blocco la circolazione per protesta, e mi fa un certo effetto, e sono molto sorpreso di trovare alcuni colleghi che mai avrei detto disposti a queste cose. In tutto saremo circa 150/200 persone. |
10/06/04 |
Stamattina ho ricevuto diverse telefonate:
"ciao, scusa, tu sei...", "si, sono io.", "Volevo comunicarti che volevamo appendere nelle bacheche la tua lettera, solo per non farti trovare di fronte al fatto compiuto quando vai a prendere il caffè", (Penso nel frattempo: ah, non mi chiedi il permesso...), "Va bene, no problem, anche io l'ho stampato per i colleghi senza mail". "Grazie", "Prego". "Ciao, senti sono collega di xxxxxxx, volevo comunicarti la mia esperienza di pluriesternalizzato (4 volte), ma non è che rischi qualcosa a scrivere tutto quello che scrivi sul sito da parte della Direzione? In passato io ho avuto delle rogne...", "No, non penso proprio che la Direzione Aziendale si preoccupi di quello che ho scritto fino ad ora", "Ma sai, non volevo che tu passassi delle grane per questo, ti ringrazio comunque per il tuo lavoro..". Quella che mi piace di più (senza alcuna ironia): "Ciao, sei Stefano (mestesso)?", "Si, sono io", "Scusa, non ci conosciamo, ma volevo dirti che ho letto la tua lettera, e mi piace molto", "Ti ringrazio". E diverse altre. Mail ne ho ricevute moltissime, ed una in particolare mi ha colpito: "Ciao sono xxxxxxxxx (per la cronaca: una ex-Siemens da 5 anni e rotti),mi addolora molto sapere della vostra condizione, e condivido i tuoi sentimenti, li ho provati pure io anche se il mio tempo in Siemens è stato breve". Una scrivania di distanza ai tempi, ma tanto più vicina nel mio cuore. Non state tagliando un ramo secco, ma un albero fiorito. Con i fiori della conoscenza e dell'esperienza. Se irrigato ed opportunamente esposto al sole, crescerà ancora, quale che sia il terreno dove lo vorrete mettere. Ma non fatelo morire. Ora ho una sensibilità molto diversa su certi problemi che prima avrei bellamente ignorato. Sul Sole 24 Ore di oggi ho visto questa notizia: la Ricerca & Sviluppo è in pericolo per le imprese a carettere informatico con l'introduzione dei parametri Basilea2 (in poche parole un insieme di norme di comportamento che le Banche debbono seguire nella CEE per l'erogazione del credito alle aziende). Con una interpretazione rigida di questo trattato, la forte propensione al rischio che la gestione della R&S comporta peggiora il rating delle aziende informatiche di media portata e quindi aggrava l'esposizione di queste aziende nei confronti delle banche, con pericolo di insolvenze e quindi, fallimenti o dismissioni. Quanti altri mestessi ci saranno ancora? Quanto altro patrimonio tecnologico disperso? Vogliamo far seguire alla tecnologia italiana lo stesso percorso di certi monumenti come la cattedrale di Noto, gioiello d'arte, di incuria ed abbandono? Tutto questo si può evitare, ed io ci credo veramente. Ma non basta che ci creda solo io (o Riotta). Dobbiamo essere in tanti, dentro e fuori Siemens, i miei colleghi, i miei capi, il mio amministratore delegato ed il mio capo della R&S, così come gli amministratori ed i Chief Technology Officer delle altre ditte. Altrimenti non ci sarà un futuro per me, ma a lungo termine, neppure per voi. A meno che vi accontentiate di vendere bibite in qualche bella località turistica. |
09/06/04 |
Oggi è stata una giornata particolare. Stamattina, molto presto,
ho messo in linea questo sito sul server che ospita www.mestesso.it.
Ed ho pubblicizzato con un messaggio la sua presenza ed il suo scopo in vari
siti o forum. In particolare nel sito del Corriere della Sera, nel forum
Titanic gestito da Gianni Riotta,
che ha gentilmente raccolto il mio appello. Ho diffuso internamente
in ufficio il messaggio così come è presente nel link, prima dell'assemblea
di tutti i lavoratori per decidere le prossime azioni da fare.
Sono stato invitato a parlare, e sono stato applaudito da tutta l'assemblea, circa 300 persone! Le parole, se scritte col cuore, sono importanti. Spero di aver fatto riflettere i miei colleghi, non tanto su cosa fare, ma sulla necessità di fare. Perché per essere incisivi nei confronti della Direzione Aziendale occorre agire insieme, se si vuole ottenere qualcosa. Lungi da noi ritornare alle azioni di lotta tanto vituperate negli anni '80: spero in qualcosa di meno rozzo e più creativo. Di proposte ce ne sono diverse, alla fine, giustamente secondo me prevale una scelta attendista, vale a dire aspettare l'esito dell'incontro ufficiale in AssoLombarda, ed in base a quanto viene detto, decidere cosa fare. Si, la cosa strana è che dal punto vista ufficiale, le esternalizazzioni non ci sono! Per ora infatti, il messaggio che il nostro capo ci ha dato non è confermato nè smentito! E' l'aspetto che odio di più, l'ipocrisia aziendale. |
08/06/04 |
Domani, il giorno prima del fatidico incontro ufficiale, verrà indetta una assemblea dei lavoratori sul da farsi.
Noi come gruppo esternalizzato abbiamo prodotto un documento da leggere in assemblea. Lo riproduco qui:
Cari colleghi,
Il lavoro continua, ho fatto un paio di test di FTG, di quelli che è più il tempo di configurare tutto che non fare il test. |
07/06/04 |
Oggi in bacheca l'annuncio della data per il primo incontro ufficiale tra le parti, il 10 di questo mese. Naturalmente l'incontro non è interlocutorio in questa fase, ma puramente unilaterale, dall'azienda verso di noi. Inizia la danza per l'accoppiamento tra l'asettico rispetto della forma "politically correct" con un significato sostanziale decisamente meno elegante. Ma questa è anche la vita aziendale, e sarebbe da illusi aspettarsi qualcosa di diverso.
La vita lavorativa scorre intensa, con io che tento con disperazione di assestare le ultime martellate su un codice che non solo non è di mio pugno, ma che non sento più molto come mio (che sono SSO). |