Settimana lavorativa #99

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13/07/06 Ancora tagli: BenQ/Siemens taglierà 1 posto di lavoro su 6 in Germania. Il tutto prima ancora che l'accordo quadro sia finito (per un anno si sarebbero dovuti tutelare i posti di lavoro). Evidentemente la clausola in oggetto non era vincolante. Del resto in Asia il costo del lavoro è molto più basso che in Germania, quindi non aveva molto senso per BenQ mantenere una forte presenza a Monaco.

Meno male che Nokia è finlandese, e la finlandia ha un costo del lavoro elevato...

12/07/06 Come ho riferito nel post del giorno 10, in USA il lavoro e la sua retribuzione sono molto flessibili. Nel senso che vi possono anche diminuire lo stipendio a parità di mansione, cosa vietata qui in Italia, se l'accordo quadro lo prevede.

Ma cosa è meglio? Conservare il proprio posto con minor salario oppure essere semplicemente estromessi ed ottenere un lavoro diverso?

In un mercato ricco di opportunità è molto probabile che a fronte di un licenziamento si possa ottenere una posizione pari se non migliore alla precedente. Viceversa in un mercato povero e contratto è sicuramente meglio conservare la propria posizione anche se meno retribuita.

Le Regole però non cambiano in funzione dell'andamento dei mercati, vanno sempre in una certa direzione. Quindi alle volte tuteleranno l'interessato meglio o peggio, a seconda dell'aria che tira.

Tutto questi discorsi sarebbero validi purché siano verificate due condizioni: onestà e trasparenza. Io avrei molto da dire sul fatto che i soldi risparmiati da una fusione siano utilizzati TUTTI per migliorare il contesto competitivo dell'azienda. Chissà quale percentuale di questi soldi risparmiati sulle nostre tasche vanno a finire in realtà nelle tasche degli azionisti e manager in forma di stock option e dividendi straordinari e plusvalenze.

10/07/06 E' tempo di analisi e riflessioni oggi.

Incominciano ad apparire analisi più ragionate del mega-merge Nokia-Siemens, e dei suoi effetti sul mercato delle telecomunicazioni. Sull'autorevole Heavy Reading si analizza in questo articolo quanto questo evento "pesi" sui grandi concorrenti di Nokia-Siemens. Nessuno può definirsi tranquillo, neppure il numero 1, Ericsson, il quale detiene una solida prima posizione, può far finta di nulla. La situazione è pure peggiore per chi è più piccolo, e quindi più esposto all'erosione del mercato in poche grandi fette.

NEC ad esempio è un candidato ad operazioni drastiche, visto che sta scivolando sempre più nella classifica. Senza contare poi che il suo ex "alleato", Siemens, la scaricherà definitivamente dal business UMTS appena possibile, cioè abbastanza in fretta, qualche anno al massimo. Per quale motivo una tale alleanza dovrebbe continuare quando Nokia-Siemens possiede non uno, ma quasi due Network Entities per UMTS (quello Nokia e quello Siemens-NEC)? L'unico motivo sono i clienti pilota e l'installato, che in un modo o nell'altro si deve mantenere, ma NEC è visto come un morto che cammina dalle mie parti.

Non mancano reazioni diverse, e dal mio punto di vista, interessanti. Il recente ed illustre predecessore dei mega-merge, Lucent ed Alcatel, noto come "Lucatel", incomincia a dare i suoi effetti verso la base. Sembra infatti che i dipendenti, o quanto meno i dirigenti, riceveranno l'anno prossimo meno soldi nella busta paga. L'accordo di merge prevede infatti tra le altre cose, non solo una diminuzione della forza lavoro, pratica ovvia in un merge per togliere le duplicazioni, ma anche (per gli USA) un risparmio sugli stipendi (fonte Light Reading).

In Europa, dove la legislazione lavorativa è mediamente più rigida, tali accordi non si possono applicare, ma non mi sento di cantare vittoria. In che modo Nokia-Siemens decideranno di realizzare i risparmi? Quante e quali teste taglieranno? Come?

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