Settimana lavorativa #9

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25/08/04 Una volta al mese controllo le statistiche del sito, e complice le vacanze estive ed il relativo calo di traffico, ho notato che alcuni raggiungono mestesso.it tramite Google (queste pagine sono indicizzate dal potente motore di ricerca da Luglio).

Per l'internauta a caccia di informazioni sui processi di esternalizzazione, tengo a precisare che non sono contrario alle esternalizzazioni tout court, ma penso ad utilizzo delle stesse più conforme anche allo spirito cui la legge-quadro è stata pensata. Per scoprire qualcosa di più a riguardo, voglio citare il precedente caso di esternalizzazione in Siemens Mobile Communication.

Nel processo di ristrutturazione volto a risparmiare sui costi operativi, SMC decide l'anno scorso di appaltare ad SBS (una ditta controllata da Siemens per i servizi di logistica informatica di base) la gestione delle infrastrutture informatiche comuni a tutti i sottosistemi (server per e-mail e proxy/firewall internet, manutenzione HW dei PC, manutenzione SW, infrastruttura comune di base come switch e routers, database, etc). Una ventina di persone circa vengono così esternalizzate. Il processo si è svolto in un clima poco conflittuale, senza grossi traumi.

Giusto per dare una misura precisa, nella esternalizzazione SBS è stato indetto un solo sciopero dai sindacati, il numero di aderenti è stato di poche decine, le assemblee retribuite sono state tre (se non ricorso male) e l'intero processo, dalla prima notifica alla effettiva conclusione, si è chiuso in meno di tre mesi.
Nella mia esternalizzazione sono stati indetti tre scioperi (fino ad ora, altri verosimilmene seguiranno), numero di partecipanti da un minimo di 100 circa ad un massimo di circa 300, è stata bloccata la circolazione delle auto per 15 minuti della strada davanti alla ditta, si fa una assemblea retribuita ogni 15 giorni da quasi tre mesi, sono state indette diverse riunioni interne di coordinamento, abbiamo presidiato la sede centrale della Siemens Italia fino a quando il direttore delle relazioni industriali non ci ha ricevuto, abbiamo fatto interviste alla radio e TV locali, messo su un sito internet, costretto alla replica in un forum pubblico la direzione aziendale, discusso a lungo fra noi tutte le problematiche del caso e iddio solo sa cosa verrà fuori quando ci notificheranno ufficialmente il nostro destino.

Da esternalizzando a esternalizzato, ho contattato un mio ex-collega SMC ora SBS per farmi dare notizie dettagliate e franche a riguardo del processo senza dubbio più riuscito di esternalizzazione a SBS.

D: "Quando è iniziato ufficialmente il processo di esternalizzazione?"
R: "Ai primi di Settembre" (stesso nostro timing, è una procedura collaudata NdA)
D: "Come hai vissuto l'immediatezza della comunicazione?"
R: "Abbastanza bene. Sulla carta SBS era una ditta solida, con referenze certe, anche se c'è sempre qualche preoccupazione".
D: "Bilancio di un anno?"
R: "Faccio più o meno il lavoro di prima, anche se strutturato diversamente e con qualche ansia in più."
D: "Ed il futuro?"
R: "SBS è in attivo, ma comunque vogliono diminuire i costi ed è in arrivo qualche spostamento, non so se per me cambierà qualcosa oppure no, speriamo bene" (questa frase l'ho già sentita sentita pure io, anche questa è procedura collaudata NdA)
D: "Come vivi il momento attuale?"
R: "Come una sorta di deja vue, un misto di malinconia e tristezza".

Tutto sommato un discreto successo, visto anche dalla parte di chi questo processo l'ha subito. Ma analiticamente, quali sono i motivi che hanno determinato una ben più ampia accettazione del processo da parte della base aziendale?

Obbiettivi chiari e condivisibili: SMC aveva un indubbio risparmio utilizzando le economie di scala di un ente centralizzato come SBS che rifornisce tutte le divisioni Siemens in Italia, ed allo stesso tempo il lavoro non spariva ma veniva tenuto in casa (SBS è sempre Siemens).

Informazione: gli esternalizzandi sapevano la logica che ha maturato questa decisione ed i suoi effetti.

Affidabilità: SBS non è una scatola vuota da buttare via quando non serve più, ma una ditta grande e finanziariamene solida, con commesse assicurate per anni a venire.

Sempre per dare un termine di paragone, non conosciamo nulla della nostra destinazione, e nemmeno di cosa realmente abbia maturato la decisione di mollare "i gioielli di famiglia" (non mi dite che lo fate per economia, a meno che non mandiate a scuola i vostri figli con la scusa che a lavando i vetri all'incrocio si guadagna subito qualcosa). Gli altri due punti decadono senza il primo.

Se io sono un ottimista a giorni alterni, sui grandi numeri, visto l'attuale panorama politico-economico, non si può pensare che "l'ottimismo è il sale della vita" solo perché ce lo dice la pubblicità.

24/08/04

25+X<=30

No, non sto dando i numeri a causa dell'eccessiva attesa del comunicato ufficiale di dismissione del nostro ramo di azienda. Sto calcolando il termine ultimo che l'azienda può disporre per emettere la notifica ufficiale. Per la legge occorrono 25 giorni tra il comunicato di cessione e l'effettiva cessione: in questo periodo l'azienda ed i sindacati aprono un tavolo di trattativa. Il 30 Settembre è la fine dell'anno fiscale, e la vendita va ufficializzata al'interno del bilancio, da qui l'equazione indicata. Calendario alla mano, essendo X=5 Settembre una domenica, l'ultimo giorno tecnicamente valido è il 3 Settembre, e presumibilmente sarà la data utilizzata per avvisarci: prima sarebbe un rischio potenziale in più, e vista l'esperienza precedente, dubito se ne vogliano accollare.

Nel frattempo, pronostici divertenti: in teoria tutto il gruppo va esternalizzato in blocco, perché così prescrive la legge. Si maligna tuttavia che questa unità di intenti non sia del tutto solida. Siamo in Italia del resto, e c'è sempre chi è più onesto, uguale e furbo degli altri. Molti sono disposti a scommettere che uno o più "amici degli amici" sfuggirà, come una anguilla, e rimarrà nell'ovile. Io personalmente penso che solo uno può avere qualche chances, visto anche lo strano cambio di atteggiamento avuto qualche tempo fa. E' anche il motivo per cui l'ho soprannominato appunto, anguilla, fra l'ilarità di chi mi ascoltava. Se avrò ragione o torto non importa, è solo un pronostico divertente, utile per dare una misura indicativa. C'è anche chi dice "magari, così me lo tolgo dalla vista".

Divertiamoci ora, perché dopo non è detto che potremo ancora permettercelo.

23/08/04 Oggi molti colleghi sono ritornati dalle ferie, anche se non tutti, e con il ripopolamento si sono riproposti i soliti discorsi alla macchinetta del caffè. Il futuro di quello che rimarrà dopo la nostra dipartita, è uno dei temi caldi.

All'interno della nostra sede sono presenti due grandi reparti di Ricerca & Sviluppo, un commerciale, un amministrativo, ed il supporto tecnico operativo. Un'ipotesi realistica comprende l'azzeramento totale di uno dei due gruppi di sviluppo. La prima rata comprende il mio gruppo, la seconda molto probabilmente includerà coloro che sviluppano strumenti off-line per la gestione di configurazione di reti cellulari in grande scala. In teoria avrebbero dovuto essere dismessi insieme a noi, ma dopo una analisi dei costi hanno congelato la cosa. Sempre da questo punto di vista, è più facile (o meno difficile a seconda di come vedete il problema), spostare a Low Cost Locations gruppi di sviluppo che non personale addetto ai test di qualità o peggio, di supporto tecnico. E' quindi molto probabile che la spada di Damocle penda su di loro per l'anno prossimo. L'altro reparto di R&S è per ora essenziale e non facilmente dismissibile, sia per pura dimensione che per la centralità del sistema progettato, che sta alla base della telefonia GSM.

Insieme alla forza lavoro, giocoforza almeno un dirigente dovrebbe pure essere posto al di fuori della compagine aziendale. In teoria esiste un rapporto numerico tra dirigenti e impiegati che non dovrebbe essere superato, sempre per motivi di costo. Dico in teoria, naturalmente, perché qui entrano in gioco forti fattori politici e di forza all'interno dello stesso management. Non è per nulla scontata l'eliminazione di un posto dirigenziale, specificatamente del più debole: dal cilindro potrebbe uscire un'opportunità "nuova", o spacciata per tale, che giustificherebbe il mantenimento della squadra. Una riflessione amara è anche constatare che il costo per estromettere un dirigente è molto più alto di quello di un singolo impiegato, e, a seconda delle condizioni, anche di un intero gruppo come il nostro. Infatti la legge Biagi ha notevolmente facilitato la cessione di rami d'azienda, e non stento a credere che il costo per gestire la parte normativo-burocratica del procedimento sia confrontabilissimo a quello di una buonauscita di un dirigente.

Ancora più amaro è notare che gli impiegati si accollano sulle proprie spalle sempre più il rischio di impresa, pur non volendolo, e senza avere nessuna contropartita economica. Uno dei motivi degli alti stipendi dirigenziali è proprio dettato come forma di tutela da licenziamenti arbitrari, e dal rischio connaturato della propria attività! Io sono assolutamente d'accordo che i dirigenti guadagnino cifre sostanziose, almeno entro certi limiti di decenza. Ma cosa hanno dato a noi come tutela dalla legge Biagi? Nulla. La teoria vuole che non perdiamo nulla, nè stipendio nè il lavoro. Ma quale lavoro ci aspetta? In che termini? E fatto in quale maniera? Ciascuna di queste domande può celare scenari di tutti i tipi, dall'incubo alla normalità. Sempre in cambio di nulla, o se volete, della buona volontà di chi ci vende e dell'onestà di chi compra. Un pò poco di questi tempi.

Questa tendenza è anche rinforzata dal fatto che il management supporta al suo interno soluzioni che mantengano il più possibile lo status-quo. Questo sia per i succitati alti costi di estromissione a livello dirigenziale, sia perché chi sta sopra non deve scontentare troppo chi sta sotto, e disturbare le relative alleanze. Per cui, anche se noi proponessimo soluzioni alternative e realistiche di parziale ricollocamento là dove l'organico non è sufficiente, avremmo scarsissime possibilità, indipendentemente dalla bontà delle proposte.

Per chi rimane, osservare chi occuperà quale posto a livello dirigenziale potrà dare indicazioni interessanti sul proprio futuro. Per me, la curiosità di capire dove la mia ex-barca si sta dirigendo. E con chi sopra.

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