Nuove cose (#221)

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29/01/09 From xxxxxx yyyyyy
to me@mestesso.it
date 28 January 2009 14:35
subject blog 28/01/09

Interessante punto di vista:
pertanto l'organizzazione/struttura agile appesantisce piuttosto che
snellire la modalità di lavoro?

in che termini? mi puoi fare degli esempi?

da noi stiamo cercando di inserire Scrum come strumento di controllo
del chaos e, tutto sommato, funziona bene e la gente lo sta accogliendo
con entusiasmo il tuo punto di vista mi interessa molto: sarebbe una voce
fuori dal coro, visto che quasi sempre si incensa (magari a sproposito ;-)) le
metodologie agili.

Ok, vediamo di argomentare meglio l'argomento.

Premessa: non esiste uno strumento valido in assoluto, specie per quanto riguarda il software! Inoltre, è fondamentale l'attuazione pratica nel proprio contesto lavorativo.

Cominciamo dalla prima considerazione. L'Agile serve "a fornire un prodotto in un tempo conosciuto con un livello minimo garantito di funzionalità". Detto in parla-come-mangi: piano piano si evolve il codice in modo da renderlo sempre più potente evitando di essere troppo pesanti, diventando più reattivi ai problemi. Snelli, agili quindi. Questa relativamente lenta evoluzione del software sottintende alcuni concetti per poter essere applicata con successo.

Primo: partire da zero, piuttosto che da un prodotto finito. Provate voi ad applicare ad un monolite di basalto alto venti metri finemente istoriato il vostro contributo, senza distruggere le decorazioni preesistenti! Secondo: che il prodotto stesso sia ragionevolmente suddivisibile in entità indipendenti sufficiente semplici da poter essere gestite da piccoli team, l'optimum mi dicono essere 7-8 persone.

Nel mio caso, entrambe le premesse sono false. Il Media Gateway è un prodotto ultra maturo, con pezzi di software scritti una quindicina di anni fa, oltre che essere un dinosauro da diverse milionate di righe di codice. Provate a convertire in Agile un prodotto del genere...non è una cosa da poco! Poi le divisioni puramente funzionali dei team pre-agile rendono difficile il processo di conversione. Difficile, non impossibile, e fonte di frustrazione.

A questo va aggiunta la parte politica. Già, perché l'Agile pone l'accento sulla meritocrazia. Il team più efficiente vince, ed il singolo lavoratore assume una importanza maggiore, e parallelamente il magnager perde potere. L'Italia non è mai stata nota per essere fortemente meritocratica, anche nel mondo privato (e lo leggo sul Sole 24 Ore mica paglia!). Fatalmente la grande azienda è meno meritocratica della piccola, e la soddisfazione dei migliori va di pari passo. Senza contare che i magnager faranno guerra all'Agile su larga scala perché intacca il loro orticello.

In uno sviluppo multinazionale come il mio poi, è ancora più complesso: una nazione è contro l'altra, interessi contrapposti...

Poi più subolo, c'è l'effetto Windows. L'Agile è un cavallo di battaglia Microsoft: gran parte del software della casa di Seattle è scritto in regime Agile. Windows, nel bene e nel male, ne incarna i risultati. L'effetto Windows è la replicazione a sfascio del codice. Perché Word deve implementare una sua DLL che fa quasi le stesse cose di una DLL di Excel? Perché c'è l'Agile: piccole modifiche incrementali. E' molto più economico copiare il codice di Excel, cambiare qualche riga qui e lì, e rilasciare il tutto piuttosto che avere una visione organica e fare ottimizzazioni di scala. Poi alla lunga create dei mostri di cui fatalmente perdete il controllo. Non ditemi che non vi ho avvertito ;)!

In una ditta piccola vedo molto meglio l'Agile. Ma se il Capo è troppo nazista, può essere un sistema di controllo micidiale. Insomma, io non sono per i facili entusiasmi. Ma io non vendo niente, io produco, quindi....

28/01/09 La motivazione, questa sconosciuta nelle aziende contemporanee.

La crisi economica ha accentuato un trend che comunque stava andando avanti da solo: si fa sempre meno leva sulla motivazione e sempre più sul cosa/quando.

In altri termini, le aziende, non dico la mia in particolare, ma molte in generale, trovano più efficace e (per loro) remunerativo imporre condizioni più o meno vessatorie anziché elargire benefit di varia natura, non solo economica.

Un esempio pratico: nella azienda contemporanea si lascia moltissimo alla autonomia del singolo gruppo per recuperare efficienza e produttività. Nella azienda "tradizionale" le scelte di gestione, buone o cattive che fossero, venivano calate dall'alto ed "eseguite" ai piani bassi. Il risultato finale era la montagna che partoriva il topolino: strumenti barocchi e poco utili, con infiniti problemi.

Ora, in pieno metodo Agile, è vero esattamente l'opposto: il magnager alza la bandiera bianca e lascia fare tutto ai piani bassi. Problema: ogni singolo gruppo non solo reinventa la ruota, ma la reinventa diversa. Tutti la fanno tonda, ma uno la costruisce sottilissima come le gomme da bici, ed un altro fa il radiale per i TIR. Uno fa la slick (gomma liscia per competizioni su pista asciutta) e l'altro fa quella scolpita (idem per il bagnato).

Inoltre un vantaggio della impostazione tradizionale era che i canali di comunicazione erano pochi (la mail del Capo) e molto chiari. Ora sono tanti quanti i lavoratori del gruppo e evanescenti come un arcobaleno.

Lo stress quindi aumenta, e le richieste dei magnager, meno potenti e più esposti ma più numerosi, si fanno più pressanti. E, specialmente per i consulenti esterni come il sottoscritto, ma vale anche per gli interni, è già tanto se uno mantiene quello che aveva prima, ma in realtà tutti ci abbiamo perso qualcosa, senza averne nulla in cambio.

Io tengo a sottolineare una cosa: la mia motivazione non diminuisce perché questo lavoro è una mia passione. E' qualcosa che viene dall'animo, non dall'esterno. Ma se dovessi dire che la struttura mi incentivi, direi una balla colossale: la struttura mi disincentiva a lavorare bene. E dai discorsi che sento alla macchinetta del caffé, sono in ottima e numerosa compagnia.

27/01/09 Di acqua (sotto forma di pianti di mio figlio Lorenzo) ne è passata sotto i ponti...

Ora che sono un padre più rodato, ho un poco di tempo per fare il punto della situazione. Passato l'esame di Inglese all'università, la prossima tappa è matematica discreta, appello di Febbraio. Vediamo...

Ma per Natale mi sono fatto un regalo tecnologico (cosa volete, rimango un tecnico, si pure padre): una rete wireless. No, non il solito PC con l'antenna in una stanza, ed il router nell'altra, non avete capito. Voglio dire che ho collegato due reti distinte fisicamente lontane fra loro!

Problema: come scambiare dati e messaggi fra due appartamenti distanti 290 metri l'uno dall'altro? Come accorciare le distanze? Come farlo in modo economico e veloce?

Conosco già la risposta più banale dell'esperto di turno: "cosa ci vuole, abbonamento ad internet di quà, abbonamento internet di là, con qualche script ed accorgimenti vari siete belli che collegati".

Questa soluzione non è molto semplice, in realtà....il resto lo potete leggere nella pagina dedicata qui, vista la lunghezza...Nota: dedicato ai tecnicisti come me!

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