L'onda lunga dello scrittore (#165)

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18/12/07 Le vendite del libro alla serata sono andate bene: circa cento copie. Altre sono state vendute prima attraverso le librerie che lo distribuiscono (su www.settedinoi.it le potete vedere tutte). Altre ancora le stiamo piazzando in vario modo.

Incomincio anche ad avere i commenti dei lettori, naturalmente. E' incredibile notare la varietà delle differenti interpretazioni della storia, e sul libro stesso. I riscontri però ci sono: fino ad ora (forse per pudore :)) nessuno mi ha detto che fa schifo, ma anzi che il romanzo "prende" nel senso che incurioscisce molto l'intreccio. Tutti finora dicono che non si accorgono del fatto che gli autori siano cinque (più il nostro valente coordinatore/agitatore ed il nostro grafico/ispiratore e commentatore). Questa caratteristica per me è il pregio maggiore del libro.

DOvete infatti capire che per chi, come me e gli altri, legge molte volte il tutto, perde la capacità di essere obbiettivo, e peggio, può non cogliere alcuni errori grossolani perché tutto nella propria testa è già chiaro, ma non necessariamente è lo stesso nella successione scritta degli avvenimenti. Non è affatto semplice e neppure scontato che il risultato finale di cinque scritti tra loro stilisticamente differenti possano trovare la necessaria unità.

Per ora è il complimento migliore che io abbia ricevuto!

19/12/07 Continua la lista di commenti al libro. Per ora sono tutti globalmente positivi, con qualche distinguo.

Un difetto riscontrato dai soli uomini è l'eccessivo numero dei personaggi presenti nel libro. In effetti pure io avevo fatto lo stesso commento durante la stesura. Le donne del gruppo (tra quelli che scrivevano erano la maggioranza) erano fortemente orientate alle saghe familiari ed esistenziali, dove esiste una moltitudine di intrecci vari. Le donne sono complicate, si sa.

L'altra metà del cielo invece, fa commenti diversi: "ma questo personaggio qui, dopo sparisce e non ne so più niente", "chi ha messo incinta Anna?" (Anna è la prima morta del romanzo). Il che non sta male, beninteso. Mica per niente il libro si intitola "La Corte degli Arcani". Insomma, non si svela proprio tutto: ciascuno è libero di riempire certi spazi con la sua sensibilità. Chee, se ci pensate, è proprio il bello di un qualsiasi libro.

Certo che è sociologicamente interessante vedere certe sfumature interpretative.

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